martedì 22 ottobre 2013

Washi tape mania!!

Non so a voi ma a me soprattutto in autunno e in primavera vien voglia di rivoluzionare tutto, dal mio armadio ai cuscini del divano. Per fortuna del portafoglio mi piace recuperare quello che ho già aggiungendo, togliendo, ricoprendo...
Ecco, appunto, ricoprire è la mia ultima mania soprattutto da quando, grazie a Casa Facile, ho scoperto l'esistenza del washi tape!
Eccomi allora, con le mie idee tutte ben chiare in testa e sparse nella mia agenda, fare il primo ordine sul sito My washi tape, creato da Anabella, dolcissima ragazza romana ma di origini argentine che della passione per questa tecnica decorativa ne ha fatto un vero a e proprio lavoro.
Ecco il mio primo pacchetto... sembrava più un regalo che un acquisto, mi spiaceva quasi aprirlo!


Ed ecco il mio primo esperimento. Avevo questo raccoglitore ad anelli un po' demodè, diciamo, e anche abbastanza rovinato sui bordi ma volevo usarlo per metterci tutti i riferimenti con gli indirizzi utili per il blog.


Nelle foto: prima e dopo la cura.
Sono bastati un po' di carta da pacco e qualche nastro di washi!


Il rotolo a pois invece l'ho usato per decorare, molto semplicemente le mensole ed il davanzale della cameretta.


Prima erano basiche mensole Ikea in rovere, adesso hanno un qualcosina in più.


mercoledì 9 ottobre 2013

9 Ottobre 1963

Quella del Vajont, purtroppo, è una storia tutta italiana nel senso più brutto e oscuro.
Avidità, favori ad amici di amici, corruzione, trascuratezza  e anche tanta incompetenza.
Non ci pare possibile che qualcuno, sapendo, abbia continuato a costruire la diga là dove non si sarebbe mai dovuta fare e a mettere in un pericolo così grande, fatale, interi paesi.
Piuttosto che a far bene il proprio lavoro qualcuno si è preoccupato di spendere tempo e soldi per processare Tina Merlin per aver diffuso notizie false e tendenziose... Tina è stata l'unica ad avere il coraggio invece, quello che a molti è mancato o è stato fatto mancare.
Sono passati cinquant'anni, proprio oggi,
Bè, la storia della diga del Vajont ci avrà ben insegnato qualcosa.
A sentirli parlare oggi, tutti quanti, certo che l'abbiamo imparata la lezione!
Ad averla imparata, avremmo fatto case solo dove e come potevano essere costruite, ci saremmo presi cura dei nostri boschi e dei nostri fiumi, saremmo stati attenti ai segnali che le nostre montagne ci mandavano.
Invece, dal 9 ottobre del 1963 una serie troppo lunga di eventi più o meno prevedibili come
la Val di Stava nel 1985, la val Pola nell'87, alluvioni, su alluvioni, i vari terremoti  che hanno evidenziato mancanza di accuratezza nelle costruzioni, da ultimi quelli dell'Aquila e in Emilia, ci mostrano come non abbiamo imparato niente, niente.
Preferiamo piangere i morti, con le fasce tricolori ben in vista che chiedere, pretendere che chi di dovere faccia bene il proprio lavoro, con competenza.
Quando si parla di amore per l'ambiente, di salvaguardia, li vedi i sorrisi, ti prendono per originale. E' una cosa per alternativi, gente che non ha niente da fare e allora come hobby...
E invece no, i fatti lo dimostrano, i morti del Vajont lo dimostrano.
La tutela dell'ambiente non è importante, è fondamentale.
Paesi con un territorio meno fragile del nostro se ne prendono più cura e non si tratta solo di chiedere fondi ma di usare al meglio le risorse e le competenze che già ci sono.

venerdì 4 ottobre 2013

So critical So fashion, il racconto.

A qualche giorno dalla chiusura leggiamo insieme il comunicato che gli organizzatori di So critical So fashion hanno pubblicato sul sito ufficiale dell'evento, per tirare le somme sull'edizione 2013.



Mi sembra di cogliere molta soddisfazione per un evento che, primo e finora unico nel suo genere, sta diventando un punto di riferimento importante e riesce ad attirare davvero molti visitatori in una delle settimane più caotiche di Milano come è quella della Moda.

Ecco invece cosa vi racconto io del mio giretto, durato un paio d'ore, domenica pomeriggio:
Quello che ho visto è stato puro rispetto per le materie prime, per i posti da cui provengono e per chi le produce. La dimostrazione che anche i tessuti e i materiali meno nobili, con la cura possono essere nobilitati. Ho visto passeggiare seducenti geishe con i loro invitanti kimono che non erano di seta ma che un'abile mano aveva dipinto come fosse. Ho incontrato Stella, a cui non vedevo l'ora di stringere la mano, perchè sì le amicizie virtuali possono essere belle, quando nate dall'incontro di interessi comuni ma quelle reali, fisiche lo sono molto di più. Ho sfiorato e accarezzato sari indiani di mille colori e me li sarei portati a casa tutti, così, solo per i gusto di averli.  Ho apprezzato filati così leggeri e preziosi che sembravano essere stati tessuto da un ragno, un ragno molto elegante.






Ho visto abiti, pantaloni, mantelle che starebbero bene davvero a tutte le donne, abiti che hanno un proprio carattere ben definito perchè probabilmente gli è stato trasmesso da chi li ha creati ma che riuscirebbero ad adattarsi benissimo a chi li indossa come in una specie di affinità elettiva.
Eccovi raccontato quello che ho visto, anche se leggendo il post vi sarete accorti che più che vedere ho sentito, mi sono lasciata trasportare dalle sensazioni senza essermi caricata troppo di aspettative e a volte funziona molto di più, si riescono a cogliere più particolari e a godersi di più le cose.